Il 28 maggio 2005 alle Limone Fonderie Teatrali alle ore 19 prenderà il via la Decima Edizione del Festival delle Colline Torinesi con l’ultima rappresentazione in Italia di Urlo di Pippo Delbono.
La decima edizione del Festival delle Colline Torinesi rende omaggio in primo luogo ad alcune grandi compagnie e ad alcuni grandi artisti italiani la cui originale vocazione al confronto con la contemporaneità è riconosciuta a livello internazionale. Socìetas Raffaello Sanzio, Pippo Delbono, Teatrino Clandestino, Emma Dante, Teatro delle Albe, Motus, Fanny & Alexander, Egumteatro, Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa ribadiscono l’affascinante complessità della loro cifra formale e confermano, nell’occasione, la loro fedeltà ai palcoscenici del Festival. Spettacoli nevrotici o visionari, criptici o beffardamente semplificatori, i loro, in bisticcio, a volte, con la drammaturgia più scontata, che sanno esprimere il disagio e il dolore dell’oggi, spesso con inafferrabile sacralità.
In apertura di programma Pippo Delbono presenta, come detto, il suo Urlo reduce dai successi della Carrière de Boulbon al Festival d’Avignon 2004 e dalla riscrittura per tournée, un lavoro che ha idealmente sommato, alle sue originarie grida di disperazione, persino quelle dello tsunami e che propone gli ultimi momenti del rivoluzionario incontro tra Umberto Orsini e Bobò, tra il principe della parola e il principe del silenzio. Appare una singolare coincidenza che proprio il “teatro dell’urlo” sia per Pasolini quello che si contrappone al “teatro della chiacchiera”, al teatro delle immobili tradizioni.
La Socìetas Raffaello Sanzio rivisita invece, in anteprima nazionale, il decimo episodio della sua Tragedia Endogonidia M.#10Marseille, creato al Théâtre du Gymnase, segmento di un ciclo creativo senza precedenti nella storia del teatro e delle arti plastiche. Una performance di luci e colori, nembi d’Apocalisse com’è stato scritto, che sembra persino contrastare o sublimare altri mondi organico-tecnologici di Romeo Castellucci, proposta insieme alla Crescita XV Torino.
Conclusione di un complesso percorso di ricerca sono anche i tre titoli di Fanny & Alexander, Aqua Marina, Villa Venus, Vaniada, alle prese con l’universo nabokoviano, con le radici e la sostanza dell'amore incestuoso di Van e Ada, sempre in bilico tra filologia e fiaba, tra viaggi nell’inconscio e astrazione. Il nuovo studio di Teatrino Clandestino, affiancato nel programma a Madre e Assassina, è Il fantasma dentro la macchina, ispirato ad un saggio di Stanley Milgram, psicologo sociale, che analizza, com’è noto, i meccanismi dell’obbedienza all’autorità, la violenza del potere, il fatto che persone apparentemente normali possano trasformarsi in carnefici.
Il disagio della contemporaneità, il malessere del tempo in cui viviamo si riverbera anche - e come potrebbe essere altrimenti? - nelle proposte al festival di Motus: Come un cane senza padrone, di libera mente: La bellezza, di Beppe Rosso: Senza, di ScarlattineTeatro: Scirocco, ballata di viaggio, tra Pier Paolo Pasolini e Andrea Pazienza, Charles Bukowski e Tonino De Bernardi. Echi di una condizione umana di solitudine e disperazione, di emarginazione e rivolta, ci sono nei nuovi testi di Emma Dante, Mishelle di Sant’Oliva; di Marco Martinelli, La mano, tratto dal romanzo di Luca Doninelli e messo in scena dal Teatro delle Albe; di Antonio Tarantino, Come un romanzo, proposto dalla giovane compagnia Accademia dei Folli. Tre autori a dimostrare, insieme a Spiro Scimone, Fausto Paravidino, Letizia Russo, Ascanio Celestini, tanto per citare qualche altro nome, come il nuovo teatro italiano sia anche un teatro di originale scrittura, un teatro che spesso crea i presupposti, con la sperimentazione linguistica, della stessa innovazione scenica.
Il segmento internazionale del Festival delle Colline Torinesi 2005 vuole far conoscere al pubblico il francese Olivier Cadiot e l’iraniano Amir Reza Koohestani. Del primo viene allestito Le Colonel des Zouaves, uno dei successi dell’ultimo Avignone, del secondo Dance on Glasses, che ha debuttato al KunstenFESTIVALdesArts 2004, e che riflette con esiti sorprendenti e crudeli sulla condizione femminile nel mondo arabo. Un altro appuntamento con la scrittura è quello con Elfriede Jelinek, Premio Nobel 2004, della quale Roberta Cortese, attrice-traduttrice, presenterà La Regina degli Elfi.
Tra gli interpreti delle consuete prove d’attore vi sono Iaia Forte in scena con Molly B - tutti i miei sì, da Joyce, allestimento firmato da Carlo Cecchi, Manuela Kustermann, protagonista per Egumteatro della pièce di Copi Loretta Strong, Giuseppe Cederna che proporrà, accompagnato da tre musicisti, Il Grande Viaggio, tratto dal suo recente omonimo libro, Paola Bigatto con la lezione-spettacolo La banalità del male di Hannah Arendt. Come sempre solitario il cimento dei Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa che proseguono il loro percorso canoro con Marcido: Canzonette. Canzonette Marcido!, una tappa di avvicinamento all’ormai prossimo Giganti della Montagna.
Il lavoro di autori, attori, tecnici, compagnie, ha idealmente congiunto le ville ed i castelli della collina ai teatri e agli spazi di Torino, ha favorito la formazione di un pubblico vero. Dieci anni per costruire appassionatamente una formula. Essa oggi permette al Festival di affacciarsi alla complessa ribalta internazionale facendo parte di IRIS, Associazione Sud Europea per la creazione contemporanea, nata nel 2004 ad Avignone, una grande rete europea che pone la tutela della creazione contemporanea, dunque il rinnovamento della scena, al primo posto dei propri obiettivi condivisi. Di IRIS, nuova realtà nel panorama continentale, sono Soci Fondatori, oltre al Festival delle Colline Torinesi, altri 15 partner italiani, 23 francesi, 11 spagnoli e 10 portoghesi. Già alcune coproduzioni indicano la strada di un’altra affascinante sfida, per la quale sarà ancora determinante il sostegno degli Assessorati alla Cultura di Regione Piemonte, Provincia di Torino, Città di Torino, Città di Moncalieri, dei comuni della collina, del Consiglio Regionale del Piemonte, delle Fondazioni Bancarie Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT, del circuito teatrale del Piemonte, e la fondamentale collaborazione del Teatro Stabile di Torino.
Il 10 luglio 1996 nella settecentesca Villa Bria di Gassino Torinese, Galatea Ranzi scriveva la prima pagina del Festival delle Colline Torinesi, ne avviava cioè il programma artistico, proponendo, con Mira Andriolo, Dall’immagine tesa, recital tratto dai testi di Clemente Rebora. Da quella data si sono susseguiti sui palcoscenici del Festival centinaia di attori, decine e decine di allestimenti, fino all’attuale edizione. Vi hanno trovato spazio molti grandi artisti italiani di quell’autentica “nouvelle vague” teatrale cui rende omaggio il Festival 2005. Ai presenti quest’anno vanno aggiunti, tra gli altri, Claudio Morganti, Alfonso Santagata, Ascanio Celestini, Spiro Scimone, Sandro Lombardi, Lenz Rifrazioni, Galleria Toledo, Valter Malosti, Scena Verticale. Ad essi si sono affiancati artisti internazionali di grande importanza come Valère Novarina, Alexis Forestier, Rodrigo Garcia, Fabrice Melquiot, Ricardo Bartis, Ludovic Lagarde. E poi molti interpreti del miglior teatro pubblico da Galatea Ranzi, appunto, a Marisa Fabbri, rimpianta madrina del Festival, da Franca Nuti ad Anna Bonaiuto, da Anita Bartolucci a Mario Valgoi, da Gianfranco Varetto a Renato Carpentieri, da Roberto Herlitzka a Paolo Graziosi, da Mauro Avogadro a Michele Di Mauro, da Luca Lazzareschi ad Antonio Zanoletti, da Ferdinando Bruni a Graziano Piazza, da Massimo Popolizio ad Umberto Orsini.
Uno dei temi del festival è stata l'insoddisfazione - espressa da molti autori - per la lingua, spesso felicemente reinventata, contaminata per la scena. Non è perciò un caso la presenza nelle nove edizioni di scrittori e drammaturghi come Testori, Pasolini, Gadda, Calvino, Consolo, Cappuccio, D'Onghia, Tarantino, Guerra, Scimone, Spaziani, Beckett, Bernhard, Ponge.
Per altre informazioni: www.festivaldellecolline.it.
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